MariaTeresa Arcidiaco Coaching e Formazione

Il piacere del tempo ritrovato, storie di coaching

Il piacere del tempo ritrovato

Quante volte hai controllato il cellulare oggi?

Viviamo in un mondo sempre connesso, dove ogni suono, vibrazione o luce del nostro cellulare promette una novità, una connessione, una sorpresa. Queste notifiche non sono casuali: sono progettate per catturare la nostra attenzione e offrirci una gratificazione immediata.

Ma quanto ci costa, in termini di tempo ed energia, questa ricerca continua di stimoli digitali?

La trappola della gratificazione immediata

La gratificazione immediata è quella sensazione di piacere e curiosità che proviamo ogni volta che sblocchiamo lo schermo del cellulare. Il nostro cervello interpreta questi stimoli come piccole ricompense, spingendoci a ripetere il comportamento. Questo fenomeno si basa sul meccanismo della ricompensa , un processo biologico scoperto grazie alle ricerche neuroscientifiche.

Quando riceviamo un segnale attraente, come una notifica, il cervello rilascia dopamina , il neurotrasmettitore che stimola piacere e motivazione. Questo circuito, progettato per rinforzare i comportamenti utili alla sopravvivenza , come cercare cibo o socializzare, viene oggi attivato anche da stimoli moderni, come i dispositivi digitali.

Se lasciato senza controllo, questo ciclo di gratificazione immediata può trasformarsi in un automatismo dannoso, che ci sottrae tempo, focus ed energia dalle attività che contano davvero, intrappolandoci in una spirale di distrazioni che mina la nostra produttività e il nostro benessere.

Un esempio perfetto è la storia di Cristiano (nome di fantasia), un mio cliente che si è trovato intrappolato in questa dinamica.

Il caso di Cristiano: dal problema alla soluzione

Lo scorso anno Cristiano ha affrontato un cambio di ruolo, un momento che rappresentava per lui una grande opportunità. Cristiano era entusiasta delle nuove sfide e delle prospettive di crescita. Tuttavia, la transizione avveniva in modalità smart working , una situazione che, se da un lato gli offriva grande flessibilità, dall’altro amplificava le distrazioni digitali.

Le notifiche del cellulare e il continuo impulso a controllarle lo tenevano distratto durante le sue giornate lavorative. La mancanza di confini fisici e l’assenza di un ambiente strutturato rendevono ancora più difficile resistere al richiamo dello smartphone. Questo automatismo, unito alla consapevolezza di quanto fosse importante per lui il nuovo ruolo, lo portava a provare una forte frustrazione. Il fatto di distrarsi lo faceva sentire ancora più in colpa, perché desiderava davvero dare il massimo.

Il primo passo nelle nostre sessioni è stato aiutarlo ad individuare l’obiettivo del percorso ea scegliere da dove voleva partire . Cristiano decise che voleva ritrovare focus e soddisfazione, come quando era impegnato in attività appaganti che lo facevano sentire realizzato. Capire che anche chi è motivato e appassionato può cadere nella trappola delle distrazioni è stato fondamentale per iniziare a costruire il cambiamento.

Le strategie per spezzare il loop

Abbiamo quindi analizzato la dinamica che lo portava a reiterare i comportamenti automatici:

  • Quando si attivava il loop? Durante le pause non strutturate o nei momenti di calo dell’attenzione.
  • Quali erano i trigger principali? Le notifiche, la noia e la tentazione costante del cellulare vicino a lui.

Capire nel dettaglio queste dinamiche è stato fondamentale per interrompere il ciclo e tornare a un uso più consapevole del tempo.

Cristiano ha poi applicato alcune strategie pratiche:

  1. Lo switch comportamentale: Ha deciso di sostituire la reazione automatica del prendere il cellulare con un’azione diversa: bere un bicchiere d’acqua, respirare profondamente o fare un breve esercizio fisico. Così facendo ha creato una pausa tra l’impulso istintivo e la risposta, rompendo il ciclo automatico.
  2. Ritardare la risposta: Ha adottato la regola dei 10 minuti, posticipando il controllo delle notifiche e impegnandosi in attività significative nel frattempo. Questo ha ridotto il potere compulsivo delle notifiche.
  3. Ridurre i trigger: Ha disattivato le notifiche non essenziali, limitato l’uso dei social media in momenti predefiniti e creato un ambiente “pulito” lasciando il cellulare in un’altra stanza durante il lavoro.

Trasformare il cambiamento in opportunità

Un aspetto chiave del percorso è stato supportare Cristiano a replicare le nuove gratificazioni funzionali, sfruttando il sistema dopaminergico a suo vantaggio. Ha alternato momenti di concentrazione profonda a una pausa breve e tracciato i suoi progressi, trovando soddisfazione nei risultati ottenuti.

In poche settimane, Cristiano ha trasformato le sue giornate: da una sequenza di distrazioni digitali a momenti di piena immersione e soddisfazione. Ridurre il tempo sprecato non è stato solo un modo per guadagnare ore, ma un percorso verso una nuova libertà: scegliere come vivere il proprio tempo e realizzare se stesso con pienezza ed efficacia.

Il valore del coaching

Questa esperienza dimostra quanto il coaching sia uno strumento potente, non per insegnare, ma per aiutare le persone ad accedere alle proprie risorse uniche. Cristiano ha trovato in sé le risposte e le ha trasformate in azioni concrete.

Anche per me, come coach, è stato un percorso arricchente. Ho avuto modo di riflettere sui miei automatismi e di trovare ispirazione nelle intuizioni di Cristiano. Il coaching è una vera partnership , uno spazio di crescita reciproca, in cui il cambiamento non è un evento straordinario, ma il risultato naturale di scelte consapevoli.

Perché è proprio nelle piccole cose che risiede la chiave delle grandi conquiste. Quando impariamo a riprendere il controllo dei dettagli quotidiani, siamo pronti a trasformare i nostri sogni in realtà.

Il tuo tempo è davvero tuo? Condividi la tua esperienza nei commenti: come gestisci le distrazioni digitali?