MariaTeresa Arcidiaco Coaching e Formazione

Il successo con un vuoto dentro

Il successo con un vuoto dentro

Mario (nome di fantasia) era un manager di successo, stimato e rispettato da colleghi e superiori. Sul lavoro era noto per la sua determinazione e per i risultati ottenuti, ma fuori dall’ufficio mostrava raramente un lato più leggero e simpatico. Nonostante il riconoscimento professionale, Mario si sentiva insoddisfatto.

Piaccio agli altri ma io non mi piaccio

Durante le sessioni Mario parlava spesso dei suoi successi lavorativi con orgoglio, ma un giorno notai qualcosa di particolare: in alcuni momenti il suo tono di voce si abbassava e l’espressione del viso cambiava. Gli restituii un feedback di quello che avevo osservato e dopo un lungo silenzio, Mario confessò: “Da un lato mi fa piacere essere riconosciuto per ciò che faccio, ma dall’altro … non sono felice. Piaccio agli altri ma io non mi piaccio”.

Nel corso della conversazione emerse che il suo stile direttivo, pur garantendogli ottimi risultati al lavoro, aveva creato rigidità con alcuni colleghi, collaboratori e persino con i suoi figli. Le comunicazioni erano ridotte al minimo essenziale e in famiglia c’era poco spazio per il dialogo.

Un’educazione che segna

Parlando a fondo, Mario riportò questa sua inclinazione a un’educazione familiare rigida, basata su disciplina e controllo. Questo modello l’aveva reso il manager efficace che era, ma aveva probabilmente messo in ultimo piano il suo lato relazionale. Mario iniziò a riflettere su quanto si sentisse lontano da se stesso da troppo tempo.

Il momento della conoscenza

Durante una delle nostre conversazioni Mario ricordò un episodio accaduto durante un’uscita in moto con gli amici, uno dei pochi momenti in cui si concedeva un po’ di leggerezza. Durante quella giornata, un amico cadde dalla moto, fortunatamente senza gravi conseguenze. Mario prese in mano la situazione, tranquillizzò il gruppo e gestì l’emergenza con un mix di competenza e simpatia. “Sai,” disse, “in quel momento mi sono sentito davvero me stesso: utile, ma anche leggero.” Quell’episodio divenne un punto di partenza per riflettere sul fatto che poteva integrare efficacia e autenticità, sia sul lavoro che nella vita personale. E quel racconto fu solo l’inizio: pian piano, altri episodi affiorarono alla sua memoria, come se stesse attingendo a una fonte nascosta dentro di sé, ricca di conoscenza e intuizioni che fino a quel momento erano rimasti in silenzio.

Il percorso di cambiamento: riconoscere e integrare “chi sei”

Mario decise di dedicare il suo percorso di coaching per integrare nella sua vita quel lato più umano, autentico che aveva sempre tenuto nascosto.

Ecco cosa emerse durante il percorso:

  1. Riconoscere un presente diverso: Mario riconobbe con gratitudine l’influenza dell’educazione familiare che gli aveva insegnato tanto, ma capì che non era obbligato a seguirne il modello in tutto. Con il coaching il cliente lavora sul concetto di libertà personale: la possibilità di scegliere consapevolmente come comportarsi, senza sentirsi vincolato a un modello rigido, apre la porta al cambiamento.
  2. Dare spazio al suo lato relazionale Mario ha poi iniziato ad esplorare attività che rispecchiavano il suo lato più umano e relazionale. Organizzò passeggiate al mare, viaggi e momenti di qualità con i figli, creando spazi di dialogo. Iniziò a pianificare colazioni con i collaboratori dando maggiore importanza all’ascolto e persino a momenti di conoscenza personale.
  3. Integrare felicità e successo Mario cominciò a pianificare la sua vita non solo in funzione degli obiettivi, ma anche delle relazioni. Riprese alcune passioni dimenticate, come l’organizzazione di viaggi dedicati all’arte, alla natura e alla gastronomia. Introdusse momenti di pausa e riflessione nella sua routine. Lavorò sulla capacità di riconoscere i suoi successi, non solo per il loro valore esterno, ma anche per il modo in cui rispecchiavano i suoi valori.

Un cambiamento tangibile

In occasione della sua ultima sessione Mario mi invitò a incontrarlo nella reception della sua azienda. Durante il percorso verso la sala prenotata per la sessione (scelse la più lontana dalla reception), diversi colleghi e collaboratori lo fermarono per ringraziarlo per alcune cortesie ricevute o invitarlo a cena o eventi. Mario camminò accanto a me per tutto il tempo, presentandomi ai colleghi e infine tutto soddisfatto entrò nella saletta con un grande sorriso di soddisfazione. Era evidente che qualcosa era cambiato: Mario non era più il manager distante e di poche parole, ma una persona che ispirava rispetto e connessione.

Alla fine del nostro percorso, mi disse:

“Ho capito che posso essere determinato e avere successo, senza rinunciare a essere me stesso. Oggi mi sento davvero libero! ”

Perché allineare successo e autenticità è fondamentale

Il vero successo non si misura solo con gli occhi degli altri, ma nella capacità di sentirsi se stesso in ogni aspetto della vita. Quando ciò che facciamo riflette davvero chi siamo, il nostro cervello lavora in armonia: il sistema limbico, responsabile delle emozioni, e la corteccia prefrontale, deputata alla razionalità e alla pianificazione, smettono di essere in conflitto. Questo equilibrio neurologico genera emozioni piacevoli e un autentico senso di appagamento. Solo allineando i nostri comportamenti con la nostra essenza più profonda possiamo raggiungere una soddisfazione che non solo appare come successo esterno, ma che si sente, davvero, come tale.

E tu?

Hai mai la sensazione che i tuoi successi non rispecchiano davvero chi sei?

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